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OFFICINE ZERO NON SALTA CON L'ASTA

Il progetto di Oz - Officine Zero è a rischio
Il meccanismo dell'asta fallimentare si è definitivamente messo in moto e il rischio di chiusura è imminente.
Officine Zero nasce come risposta alla crisi delle Officine ex-RSI, che per quasi un secolo hanno lavorato alla manutenzione dei treni notte.
Occupate nel 2012 dagli operai in cassa integrazione, il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale,
che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.


Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un'esperienza innovativa di economia collaborativa, in cui operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono, mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Officine di riparazione, riuso e upcycling, uno spazio di coworking, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare. Tutto questo e molto altro è Oz-Officine Zero, una fabbrica recuperata e riconvertita, aperta alla città e ai movimenti.
Oggi tutto questo è a rischio ed è arrivato ad un momento di svolta. Dopo la recente vendita della filiale di Lecco della ex RSI, i tempi si sono bruscamente accelerati, i beni della società sono sottoposti a procedimento fallimentare in attesa di asta. Per anni la situazione è rimasta in stallo, senza prospettive di reintegro per gli ex-operai, senza un orizzonte produttivo per le officine, con il rischio di una speculaizone alle porte.
Oggi Oz-Officine zero ha bisogno del sostegno di tanti. Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la possibilità di un'alternativa concreta alla crisi. In una città commissariata, con un sindaco destituito dall’alto, dove continuano a governare poteri forti e passioni tristi, dove la privatizzazione avanza e la precarietà è la regola, dove ogni progetto innovativo dal basso viene ostacolato, è tempo di alzare la testa e di mettere in comune i frammenti più vivi.
Per questo vi invitiamo a partecipare giovedì 26 novembre ad una ampia assemblea pubblica in cui a partire dal progetto e dall’attuale emergenza di OZ - Officine Zero vorremmo costruire collettivamente un dibattito di più ampio respiro che si interroghi sulle trasformazioni che investono il mondo del lavoro, le città e la vita stessa delle persone.

Assemblea 26.11, Evento FB: www.facebook.com/events/1926465484244821/

Contatti:
Sito oz.officinezero.org
FB: OZ - Officine Zero
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Materiale Video:
Campagna video a sostegno di Oz-OfficineZero (realizzato da nostro CoWork )
- video 1: https://www.youtube.com/watch?v=TQe3FWm0G9U
- video 2: https://www.youtube.com/watch?v=5DdOVYlCz3Y
- video 3: https://www.youtube.com/watch?v=fecTGXnzZUQ

- Primo documentario, luglio 2013: https://www.youtube.com/watch?v=1gFgv5dovCI
- ‪Occupy, Resist, Produce – Officine Zero, un film di Dario Azzellini e Oliver Ressler, 2015‬
https://www.youtube.com/watch?v=WiU6pCKj2MQ

"OZ Officine Zero - Non si chiude con l’asta"
La riconversione produttiva da difendere e sostenere.

La crisi sociale e ambientale che viviamo in Europa da molti anni ha prodotto effetti drammatici di lunga durata. Non bastano annunci di ripresa o qualche dato economico in controtendenza, ma sono necessarie risposte inedite, radicali e coraggiose.
Le Officine ex-RSI (manutenzione dei treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione. Il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale, che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.
Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un'esperienza innovativa di economia collaborativa a Roma e nel Lazio. Eliminando ogni relazione verticale, operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono e mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Attraverso l'intreccio di competenze prende piede il progetto di riconversone produttiva, all'insegna del riuso e della sostenibilità ambientale. Vengono recuperati gli spazi, ripristinati i macchinari e, grazie a ciò, attivate le officine di riparazione e upcycling, uno spazio di coworking per freelance e professionisti atipici, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare.
Il riuso, la trasformazione, la rottura dello schema tradizionale prodotto-consumo-rifiuto sono l'anima del progetto di riconversione, in linea con le nuove indicazioni strategiche europee in materia di prevenzione ambientale ed uso efficiente delle risorse. Questo fa di OZ- Officine Zero un prototipo innovativo di riconversione produttiva ed ecologica, riconosciuto e studiato a Roma e in molti paesi del mondo, grazie alla fitta rete di realtà incontrate in campo lavorativo, istituzionale e accademico e grazie al sostegno dei movimenti sociali che lo accompagnano dalla nascita.
Un'esperienza che rischia di chiudersi.
La curatela fallimentare ha infatti messo in moto le procedure che, dopo il 15 novembre 2015, porteranno all'asta dei beni mobili e immobili, con il rischio che un enorme patrimonio di questa città venga svenduto, senza alcuna tutela dell’area e del lavoro. Per questo OZ-Officine Zero ha bisogno di mobilitazione e sostegno immediato da più parti.
Facciamo dunque appello alla società civile, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai movimenti, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni. Chiediamo con forza alle Istituzioni (Regione Lazio e Roma Capitale in primis) di dare continuità agli impegni presi finora, scongiurando lo sgombero, tutelando il futuro occupazionale dei lavoratori e sostenendo il progetto di riconversione.
Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la praticabilità di un'alternativa concreta alla crisi: attraverso la cooperazione e il mutualismo si può produrre occupazione, per combattere la povertà, la speculazione edilizia e la devastazione ambientale.
Per adesioni e info:
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PRIMI FIRMATARI:
Mario Agostinelli (Esperto di energia, ex-dirigente ENEA) - Fabio Alberti (Direttore di Un Ponte Per) - Giso Amendola (Docente di Sociologia del diritto presso l'Università di Salerno) - Association pour l'autogestion (France) - Dario Azzellini (Johanes Kepler Universitat Linz) - Andrea Baranes (Economista, Fondazione Banca Etica) - Piero Bernocchi (Portavoce Nazionale COBAS) - Marco Bersani (Attac Italia) - Bruno Cartosio (Docente di storia dell’America del Nord all’università di Bergamo) - Alberto Castagnola (Economista) - Maurizio Cavalieri (Presidente dell'Associazione Operatori del Mercato di Porta Portese) - Carlo Cellamare (Docente di urbanistica, La Sapienza) - Chef Rubio (Artista) - Cooperativa Textil Pigue (Fabbrica recuperata, Argentina) - Coordinamento degli Spazi Collaborativi della Città Metropolitana di Roma (rete coworking, roma) - Luigi Corvo (Docente do Economia delle aziende non profit e delle imprese sociali, Università di Torvergata) - Marina Crialesi (Attrice) - Giuseppe De Marzo (Libera Contro le Mafie) - Marica Di Pierri (Associazione A Sud) - Alessandra Di Pietro (Sceneggiatrice) - Enzo Di Salvatore (Costituzionalista, università di Teramo) - Roberto Ditta (Fotografo) - Don Pasta (Artista) - Daniele Gaglianone (Regista) - Garrincha Dischi, (Etichetta discografica) - Elio Germano (Attore) - Augusto Illuminati (Docente di Storia della Filosofia Politica, Università di Urbino) - Augusto Lacala (Presidente della Rete Nazionale Operatori dell'Usato) - Maurizio Landini (Segretario generale FIOM) - Sara Lorenzini (Attrice) - Michele Luminati (Direttore Istituto Svizzero) - Raniero Maggini (Presidente di Occhio del Riciclone ) - Rossella Marchini (Architetto) - Ugo Mattei (Docente di diritto civile all'Università di Torino) - Sandro Mezzadra (Docente di storia delle dottrine politiche, Università di Bologna) - Eduardo Murua (IMPA, Movimiento nacional de empresas recuperadas) - Paolo Napoli (Directeur d'études à l'EHESS – Paris) - Martina Pignatti (Presidente di Un Ponte Per) - Giovanna Ricoveri (economista, teorica dei beni comuni) - Ri.Maflow (Fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio) - Gianni Rivieccio (Produttore) - Andres Ruggeri (Facultad Abierta, Università di Buenos Aires) - Italo Sabetta (Regista) - Enzo Scandurra (Urbanista) - Sara Serraiocco (Attrice) - Marina Sitrin (City University New York) - Antonello Sotgia (Urbanista) - Lo Stato sociale (Band Musicale) - Ivan Stomeo (Sindaco di Melpignano) - Riccardo Troisi (docente dell'Universidad coopertiva de Colombia; comune.info) - Guido Viale (Economista) - Paolo Virno, (Docente di filosofia del linguaggio, Roma 3) - Tonino Zangardi (Attore) - Zerocalcare (Fumettista) - Davide Zurolo (artista) - Wu Ming (collettivo di scittori)

OZ Officine Zero – Will not close with an auction”
The productive reconversion to defend and support

The Social and environmental crisis Europe has been living in for many years has produces dramatic long term effects. Declarations of recovery or some economic data in counter-trend aren't enough, innovative, radical and brave answers are needed.
The former RSI (Night Train maintenance, former Wagon Lits) have been occupied on the 2nd of February 2012 by the workers that had been made redundant. On the 1st of June 2013, when the Court of Lecco declared the company's bankruptcy, a broad social coalition , that had been long supporting the worker's struggle, re-opened the factories gate with a project for its reconversion, in order to open new opportunities for the ongoing occupation.

Today, after two years, Oz-Officine Zero represents an innovative project of collaborative economy in Rome and Lazio. Eliminating any hierarchy, factory workers, craftsmen, freelancers and students unite and put material and immaterial production side by side. Binding skills a project of productive reconversion takes off, under the banner of reuse and environmental sustainability. The spaces are recovered, and the machinery reactivated and thanks to this, laboratories of reparation and upcycling, a coworking for freelancers and precarious workers, a “Chamber for self employed and precarious work” which offers legal counseling and fiscal aid, a studentresidence and a people's canteen.

Reuse, transformation, the taking to peaces of the traditional scheme of product-consumption-waste are the soul of our project of reconversion, in line with the new European guidelines on environmental prevention and efficient use of resources. This makes Officine Zero an innovative prototype of productive and ecological reconversion, recognized and studied in Rome and in many countries, thanks to a broad network of working, institutional, and academic experiences met over the past years, and thanks to the support of the social movements that supported the experience from the beginning.

An experience that risks to come to an end.
The bankruptcy court has in activated the procedure, that will bring the place to an auction after the 15th of November 2015, with the great risk that a great asset for this city could be sold, with no regard for space or jobs. For this reason Officine Zero needs immediate mobilization and support.

We therefore further this call to the community, workers, social movements, unions, associations. We ask the institutions (Lazio Region and the Capital city of Rome) to show continuity to the commitments made until now, asking to avoid the eviction, safeguarding the future employment of the workers and supporting the reconversion project.

This is not just the case of defending a space and a project, it is about declaring the feasibility of a concrete alternative to the crisis: through cooperation and mutualism, it is possible to produce and safeguard employment, in order to fight against poverty, speculation and environmental destruction.

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OZ-OFFICINE ZERO DARF NICHT MIT DER VERSTEIGERUNGSAUKTION SCHLIESSEN
DIE PRODUKTIONSUMSTELLUNG ZU VERTEIDIGEN UND ZU UNTERSTÜTZEN

Die soziale- und Umweltkrisis, die wir in Europa seit vielen Jahren erleben, hat dramatische Wirkungen von langer Dauer hervorgebracht. Es genügen nicht die Ankündigungen von Aufschwung oder von Wirtschaftserfolgen, um eine angebliche Gegentendenz zu signalisieren, sondern es sind unbedingt neue, radikale, mutige Antworten nötig. Die ehemaligen RSI-Werkstätten ( Instandhaltungsarbeit von Nachtzügen, d.h.ehemaligen Wagon Lits) wurden am 20. Februar 2012 von den auf Kurzarbeit gesetzten Arbeitern besetzt . Am 1. Juni 2013, dem vom Tribunal Lecco erklärten Firmenkonkurs zum Trotz bildete sich eine breite Sozialkoalition, die schon seit langem den Arbeitsstreit unterstützte. Es wurden die Fabrikgitter wieder aufgemacht und es entstand ein Projekt, welches der schon stattfindenden Besetzung neue Perspektiven schafft.
Heute nach zwei Jahren stellt „OZ-Officine Zero“ eine Erneuerungserfahrung von kooperativer Wirtschaft in Rom und in dem Land Latium dar. Dank der Verwerfung jedes hierarchischen Verhältnisses, vereinigen sich Arbeiter, Handwerker, Freelances und Studenten, indem sie materielle und intellektuelle Zusammenarbeit verwirklichen. Durch eine dichte Verflechtung von Kompetenzen entsteht ein Projekt von Produktionsverwandlung im Zeichen der Wiederverwertung und der Umwelthaltbarkeit. So werden Räume wiedergewonnen, Maschinen wieder instand gesetzt und dadurch die Upcycling- sowie Reparaturwerkstätten wieder aktiviert. Es ist auch ein Raum für Coworking für Freelances und atypische Freiberufler zu Verfügung gestellt worden und eine „Kammer der Autonomen und Prekären Arbeit“ ist begründet worden. Mit Hilfe von Rechts-, Finanz- und Sozialversicherung entstanden ein Studentenheim und eine Volksmensa. Die Wiederverwendung, die Umwandlung, der Bruch mit dem traditionellen System
„Produktion-Konsum-Abfall“, bilden der Kern des Verwandlungsprojektes, der neuen europäischen Strategien, was der Umweltschutz und eine wirkungsvolle Verwendung der Ressourcen betrifft, entsprechend. Das macht von OZ-Officine Zero
zum innovativen Vorbild der produktiven und ökologischen Produktionsverwandlung, das in Rom und in vielen Ländern der Welt anerkannt und studiert wird und das verdanken wir dem dichten Netz, das wir in der Sphäre der Arbeit, der Institutionen und in der akademischen Welt aufgebaut haben. Ferner ist unser Projekt schon von Anfang an durch die sozialen Bewegungen unterstützt worden. Und doch diese Erfahrung läuft jetzt die Gefahr der Schließung. Nämlich hat die Konkurskuratel die Prozedur in Gang gesetzt, infolge deren nach dem 15. November 2015, die beweglichen sowie die unbeweglichen Güter auf eine Versteigerungsauktion gebracht werden, mit dem Risiko, dass ein riesiges Vermögen dieser Stadt verramscht wird, ohne irgendeine Tutel von dem Areal und von der Arbeit. Deshalb braucht OZ-Officine Zero die Mobilmachung und die unmittelbare und sofortigen Unterstützung von mehreren Seiten. Wir appellieren, also, an die zivilen Gesellschaft, die Werktätigen, die Bewegungen,
die Gewerkschaften, die Assoziationen. Wir fordern mit aller Kraft den Institutionen auf (Region Latium und der Stadt „Roma Capitale“ zu allererst), die bisher übernommenen Verpflichtungen zu bestätigen, um die Räumung zu vermeiden und
die Arbeitsstellen auch für die Zukunft zu schützen und das Projekt der Produktionsverwandlung zu unterstützen.
Es handelt sich nicht nur um Raum und Projekt, sondern es geht um die Durchführbarkeit einer konkreten Alternative gegen die Krise, denn durch die Kooperation und gegenseitige Hilfe können Arbeitsplätze geschaffen werden, um gegen die Armut, die Bauspekulation, die Umweltverheerung zu kämpfen.

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Oz- Officine Zero ne ferme pas avec les enchères
La reconversion d'un espace productif à défendre et soutenir.

La crise sociale et environnementale que nous vivons en Europe depuis de nombreuses années a eu des effets dramatiques à long terme. Les annonces de reprise économique ou les chiffres soi-disant positifs ne suffisent plus, des réponses inédites, radicales et courageuses sont désormais nécessaires.
Les ateliers des Officine ex-RSI (maintenance des trains de nuit, ex Wagon Lits) ont été occupés le 20 février 2012 par les ouvriers au chomage technique. Le premier juin 2013, face à la mise en faillite de l'entreprise décrétée par le Tribunal de Lecco, une large coalition sociale - soutien des ouvriers en lutte de longue date - a rouvert les grilles de l'usine avec un projet de reconversion, pour donner de nouvelles perspectives à l'occupation en cours.
Aujourd'hui, deux ans plus tard, Oz-Officine Zero représente une expérience novatrice d'économie collaborative à Rome et dans le Latium. En supprimant les rapports hierarchiques, ouvriers, artisans, freelances et étudiants s'unissent et mettent en synergie production matérielle et immatérielle. Le projet de reconversion de l'espace productif s'implante à travers le mélange des compétences, à l'enseigne de la réutilisation et du respect de l'environnement. La récupération des espaces de travail et le redémarrage des machines ont permis de lancer des ateliers destinés à la réparation et à l'upcycling, un espace de coworking pour les freelances et les travailleurs indépendants, un "Syndicat du travail indépendant et précaire" qui propose des services d'assistance légale, fiscale et de sécurité sociale, une résidence universitaire et une cantine populaire.

Le projet se base sur la réutilisation, la transformation, la rupture du système traditionnel produit- consommation-déchet, conformément aux nouvelles indications stratégiques européennes en matière de prévention environnementale et d'utilisation efficace des ressources. Cela fait d'Oz-Officine Zero un prototype novateur de reconversion de l'espace productif et de reconversion écologique, reconnu et étudié à Rome et dans de nombreux pays du monde, grâce à un fort réseau d'organisations et de groupes rencontrés dans les domaines professionnel, institutionnel et académique, ainsi qu'au soutien des mouvements sociaux qui l'accompagnent depuis sa naissance.

Une expérience qui risque de s'arrêter.
La mise en oeuvre de la liquidation des biens de l'entreprise portera, à partir du 15 novembre 2015, à la vente aux enchères des biens mobiliers et immobiliers, risquant ainsi de brader un patrimoine énorme de cette ville, sans aucune protection du quartier et du travail. C'est pour cela qu'Oz-Officine Zero a besoin de mobilisation et de soutien immédiat, de toute part.

Nous faisons donc appel à la société civile, aux travailleurs et aux travailleuses, aux mouvements, aux organisations syndicales, aux associations. Nous demandons avec force aux Institutions (Région Latium et Roma capitale in primis) de maintenir leurs engagements, en évitant l'expulsion, en protégeant l'emploi des travailleurs et en soutenant le projet de reconversion.
Il ne s'agit pas seulement de défendre un espace et un projet, mais d'affirmer l'existence d'une alternative concrète à la crise: à travers la coopération et la mutualisation, il est possible de créer des emplois, pour combattre la pauvreté, la spéculation immobilière et la dévastation de l'environnement.

Pour informacion et adhesion:
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"OZ Officine Zero – No se cierra con la subasta"
La reconversión productiva que hay que defender

La crisis social y económica que vivimos en Europa desde hace varios años ha producido efectos dramáticos de larga duración. No bastan los anuncios de recuperación económica, sino que son necesarias respuestas originales, radicales e inmediatas.
Las oficinas Ex- Rsi (manutención de trenes nocturnos ex Wagon Lits) fueron ocupadas por obreros desempleados el 20 de febrero de 2012. El 1 de junio de 2013, frente a la quiebra de la empresa decretada por el Tribunal de Lecco, un amplio grupo de ciudadanos que desde hace tiempo apoyaba a los obreros, abrió nuevamente las puertas de la fábrica con un proyecto de reconversión que diera perspectivas nuevas a la ocupación.
Hoy, dos años despúes, Oz representa una experiencia innovadora de economía comunitaria en Roma y en el Lazio. Eliminando cada tipo de relación vertical, obreros, artesanos, freelances y estudiantes se unieron y pusieron en sinergia producción material e inmaterial. A través de la interconexión de competencias se dio lugar al proyecto de reconversión productiva, en el marco de la reutilización de materiales y de la sostenibilidad ambiental. Fueron recuperados espacios, reutilizadas las maquinarias y activadas las oficinas de reparación y upcycling, un espacio de coworking para freelances y profesionales, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario”, con servicios de asistencia legal, fiscal y de seguridad social, un estudiantado universitario y un comedor popular.
La reutilización, la transformación, la ruptura del esquema tradicional “producto-consumo-residuo” son el alma del proyecto de reconversión, en línea con las nuevas indicaciones europeas en términos de prevención ambiental y utilización eficiente de los recursos. Esto hace de Oz-Officine Zero un prototipo innovador de reconversión productiva y ecológica reconocido y experimentado en Roma y en varios países del mundo gracias a la provechosa red de realidades encontradas en el ámbito institucional, académico, del trabajo, además del apoyo de los movimientos sociales que lo acompañan desde hace su nacimiento.
Una experiencia en riesgo de desaparecer.
La curaduría de la empresa ha dado inicio a los procedimientos que, después del 15 de noviembre de 2015, llevarán a la subasta de los bienes muebles e inmuebles, con el riesgo de que un enorme patrimonio de esta ciudad se venda, sin tutela alguna del área y del trabajo. Por esto OZ-Officine Zero necesita movilización y apoyo por varios frentes.
Pedimos entonces ayuda a toda la sociedad civil, a los trabajadores y trabajadoras, a los movimientos, a las organizaciones sindicales, a las asociaciones. Pedimos a las Instituciones (Regione Lazio y Roma Capitale principalmente) que den continuidad a los convenios establecidos, evitando el desalojo, tutelando el futuro profesional de los trabajadores/as y apoyando el proyecto de reconversión.
No se trata solo de defender un espacio y un proyecto, sino de afirmar la viabilidad de una alternativa concreta a la crisis: a través de la cooperación y el mutualismo se puede producir empleo, para combatir la pobreza, la especulación edilicia y la devastación ambiental.

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