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tanciasito2017

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Sabato 7 Aprile 2018

Gruppo Escursioni CSOA FORTE PRENESTINO presenta:

Escursione al MONTE TANCIA!

7 APRILE 1944 - 7 APRILE 2018
74 anniversario della battaglia di Monte Tancia

Appuntamento alle 07:45 alle scalette antistanti il forte

Sabato 07 aprile 2018, 74° anniversario della battaglia partigiana sul monte Tancia
Alpinismo orizzontale aderisce all'escursione commemorazione organizzata da alcuni cs di Roma(in fondo l'appello).
L'iniziativa terminerà al rifugio gestito dall'APE(associazione proletari escursionisti) sez. di Roma casetta rossa

GRUPPO ESCURSIONI CSOA FORTE PRENESTINO

SABATO 07 APRILE 2018


MONTE TANCIA1292m
da osteria del tancia

INFO GENERALI: escursione nei luoghi di alcune battaglie partigiane,
dislivello 500m, tempo complessivo 4h, monti sabini, escursione facile senza difficoltà,
abbigliamento adatto alla quota e alla stagione giacca a vento guanti
berretto, scarpe da trek, pranzo al sacco, acqua

appuntamento h 7.45 al forte prenestino

iniziativa alpinismoorizzontale 
Alpinismo orizzontale è un gruppo amicale, informale e autogestito con struttura organizzativa orizzontale.
nessun compenso economico è richiesto, non ci sono tessere, nè assicurazioni
La partecipazione alle attività è libera e volontaria, ognuno dei partecipanti è responsabile di se stesso e del buon andamento delle
iniziative. Durante l'anno si organizzano delle riunioni x decidere programma ed attività. tutti possono partecipare..
Il gruppo avendo finalità sociali, privilegia l'aggregazione gli aspetti ludici culturali ed ambientali, Non è interessato ad attività selettive e puramente competitive con la montagna

 
appello alla partecipazione
Ricorre quest'anno il 74mo anniversario della battaglia del Monte Tancia, una tappa ormai fondamentale nell'ambito delle tante iniziative incentrate sulla memoria storica e sull'antifascismo che caratterizzano il periodo primaverile nella città di Roma..
Il 7 Aprile del 1944 il Monte Tancia, nei dintorni di Poggio Mirteto, fu teatro di una durissima battaglia tra le forze della resistenza e quelle nazi-fasciste. Sul luogo, nel corso dei mesi immediatamente precedenti, alle forze partigiane sabine se ne erano aggiunte altre provenienti da Roma, al punto da renderlo in breve tempo uno dei capisaldi della resistenza romana e laziale. Proprio per questo fu oggetto di un attacco in grande stile da parte di reparti nazisti e fascisti: all’alba del 7 Aprile un'intera divisione di soldati dell’Asse cominciarono a stringere un cerchio di morte intorno al nucleo partigiano. La battaglia fu durissima. Spezzato l’accerchiamento, le forze partigiane riuscirono a fuggire, ma alcuni, rimasti indietro a difendere fino all’ultimo la postazione, furono trucidati sul posto. In seguito al fallimento dell’operazione, le forze nazi-fasciste si vendicarono delle perdite massacrando partigiani e civili rastrellati nei paesi limitrofi della Sabina.

Sabato 7 Aprile andremo sul Monte Tancia, ripercorreremo i luoghi di quella battaglia, ricorderemo le vittime del nazifascismo, celebreremo gli eroi della resistenza, quelli di ieri come quelli di oggi. Sì perché la resistenza non è solo un momento fondamentale della nostra storia passata, ma lo è anche di quella
presente e futura. Resistenza è qualcosa che viviamo tutti i giorni, nelle nostre lotte quotidiane, nei nostri territori, nei nostri spazi, nelle nostre iniziative e attività


Invitiamo chiunque ne abbia voglia, realtà sociali e politiche, personalità e singoli, a sostenere l'iniziativa e a unirsi a noi. L'appuntamento è alle ore 10 di Sabato 7 Aprile presso la piazza di Poggio Mirteto.

CSOA La Torre, CSOA Spartaco, SCUP! - Sport e cultura popolare 

Di seguito un articolo che illustra le vicende di quelle battaglie:
Subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si costituisce nella Bassa Sabina,nel territorio dei Comuni di Stimigliano, Magliano Sabino, Cantalupo, Casperia e Calvi dell'Umbria, la formazione partigiana denominata Banda d'Ercole, articolata in tre distaccamenti e con un Comando collegiale. E' collegata al Centro Militare Clandestino, organizzato a Roma dal Colonnello Montezemolo. Il Comandante militare della Banda d'Ercole, che prende il nome dal suo fondatore il Maggiore D'Ercole, è il Tenente Carlo Baldassarri, che tiene i contatti con il Commissario Ciani che è l'Ufficiale di collegamento con il Centro Militare.
Nella zona di Poggio Mirteto, subito dopo l'armistizio si costituisce una Squadra di Sabotaggio, che inizia subito ad operare, compiendo attentati lungo la linea ferroviaria Roma-Firenze. La prima importante operazione, attuata il 14 settembre 1943, è la distruzione di un treno carico di munizioni che si trova allo scalo di Poggio Mirteto. In seguito all'incendio che ne deriva, è distrutto anche il Treno Presidenziale, usato da Mussolini per i suoi spostamenti, che era stato portato nella stazione di Poggio Mirteto per sottrarlo ai bombardamenti fatti dagli Alleati su Roma. All'operazione partecipa anche il giovane sottufficiale del Genio Giorgio Labò, diventato in seguito uno dei due artificieri dei GAP Centrali operanti a Roma. E' catturato il 25 gennaio 1944, insieme con l'altro artificiere gappista Gianfranco Mattei, nella "santabarbara" dei GAP in Via Giulia 25, ed è portato nel carcere nazista di Via Tasso, dove è sottoposto a tortura per farlo "parlare". Mattei si suicida nel carcere di Via Tasso, impiccandosi con le bretelle. Labò viene fucilato al Forte Bravetta il 7 marzo 1944. Nella zona di Poggio Mirteto, Montopoli, Passo Corese e del Monte Tancia, si costituisce anche la Brigata autonoma Stalin di cui fanno parte antifascisti locali, soprattutto comunisti poggiani, guidati da Redento Masci. Successivamente, la Brigata si fonde con la Banda D'Ercole ed assume il nome D'Ercole-Stalin, alla quale si aggregano molti soldati sbandati ed anche alcuni prigionieri di guerra alleati, fuggiti dai Campi di prigionia della zona. Nella zona opera anche la Banda Strale, anch'essa collegata al Centro Militare. Nel gennaio 1944 le formazioni partigiane operanti a Nord di Roma vengono riunite in tre Raggruppamenti a carattere regionale: Monte Soratte (Lazio), Gran Sasso (Abruzzo) e Monte Amiata (Toscana meridionale). Le formazioni operanti nella Bassa Sabina vengono annesse al Raggruppamento Monte Soratte. Nel marzo 1944 viene costituito un Comando unificato sul Monte Cosce, coordinato dal Maggiore Aimone Manni. Nel marzo 1944 si aggregano alla Brigata D'Ercole-Stalin alcuni elementi dei GAP (Gruppi di Azione patriottica) della VIII Zona di Roma (Centocelle e Torpignattara),guidati da Nino Franchillucci e Luigi Forcella, che in seguito agli arresti subiti avevano dovuto lasciare la città. La Brigata _D'Ercole-Stalin_ compie numerose azioni di sabotaggio, attaccando convogli e pattuglie tedesche che transitano nei paesi della zona e sulla Via Salaria. I partigiani hanno il loro rifugio sul Monte Tancia. LA BATTAGLIA DEL _MONTE TANCIA_ Nel marzo 1944, poiché le operazioni delle tre formazioni partigiane (Banda D'Ercole, Banda Strale e Brigata Stalin) diventano sempre più frequenti, il Capo della Provincia di Rieti, Ermanno Di Marsciano, già Federale fascista della città, chiede l'intervento dei tedeschi per "ripulire" la zona dai partigiani. Così, in concomitanza con la vasta operazione di rastrellamento iniziata nella notte del 31 marzo contro il_Territorio Libero di Cascia, Norcia e Leonessa_, costituito il 16 marzo dalla Brigata Garibaldina _Gramsci,_all'alba del 7 aprile ( Venerdì Santo di Pasqua) un forte reparto di tedeschi della Divisione Paracadutisti SS Hermann _Goering_ e della Divisione di fanteria _Sardinia_ (circa mille soldati), con il supporto di un battaglione di militi fascisti (le _camicie nere_), scalano il Monte Tancia da tutte le vie di accesso. Le sentinelle della Brigata _Stalin,_ danno immediatamente l'allarme e viene predisposta la difesa. Si costituiscono varie squadre dislocate in modo da bloccare le varie vie di accesso al Monte. Così, la squadra di Poggio Mirteto si piazza in località _Crocetta_ per bloccare l'accesso dall'omonimo paese, la squadra di Gavignano va a bloccare l'accesso da Poggio Catino e la squadra di Roma ( cosiddetta perché costituita da giovani romani, alcuni dei quali già militanti nei _GAP-Gruppi di Azione Patriottica_-) si attesta a bloccare l'accesso da Salisano. Lo scontro a fuoco inizia ben presto e dura molte ore. Nel primo pomeriggio, la situazione si è fatta molto delicata per i partigiani che sono accerchiati ed a corto di munizioni. Si decide quindi la ritirata verso la posizione tenuta dalla squadra di Roma, in modo da attaccare in forze in quella direzione e rompere l'accerchiamento. Così la formazione partigiana, costituita da circa 80 elementi, attacca in forze in località _Arcucciola _e riesce a sfondare le posizioni nemiche. L'operazione di sganciamento, attraverso uno stretto canalone che tutti conoscono bene, è coperta dalla squadra di Roma,guidata dal maggiore dei due fratelli Bruni, Bruno, che ha 21 anni ed ha prestato il servizio militare nei _Paracadutisti Guastatori_ come Caporale Maggiore. Quando questa squadra riceve l'ordine di ripiegare uno dei membri viene ferito. Gli altri compagni lo soccorrono e cercano di portarlo via, per non lasciarlo nelle mani dei tedeschi. Questi momenti di ritardo sono fatali per l'intero gruppo che viene circondato dai nazisti, che concentrano il fuoco sulla loro posizione, che diventa ben presto un inferno. Tutti e 7 i patrioti cadono ma riescono a rallentare ancora l'avanzata nemica. I martiri sono: i fratelli Bruno e Franco Bruni, studenti di 21 e 18 anni, Giordano Sangalli, di 16 anni, Nello Donini, di 18 anni,Domenico Del Bufalo,di 20 anni, Alberto Di Battista,di 22 anni, e Giacomo Donati,di 36 anni, Il loro sacrificio consente agli altri 70 partigiani di mettersi in salvo. Nelle ore seguenti, 2 partigiani vengono presi e fucilati dai tedeschi a Castel S. Pietro ed un altro all'Osteria del Tancia. Complessivamente cadono 10 partigiani. I corpi dei patrioti caduti sul Monte Tancia sono lasciati insepolti per un mese, per disposizione dei tedeschi,che vogliono attuare in questo modo una macabra ritorsione. Finalmente, il 5 maggio Don Igino Guidi, parroco di Bocchignano, ottiene il permesso di recarsi sul posto. Il giorno seguente accompagnato da alcuni Carabinieri, raccoglie i poveri resti e dà loro una sommaria sepoltura. Per il valoroso episodio dell'_Arcucciola_ viene concessa la Medaglia d'Argento al Valore Militare alla Brigata_D'Ercole-Stalin_ e la Medaglia d'Oro al Valor Militare,alla Memoria, a Bruno Bruni. Lo stesso giorno, 7 aprile, vengono catturati dai nazisti a Poggio Mirteto, il podestà De Vito ( accusato di avere rapporti con gli antifascisti) ed i partigiani Giuseppe Felici (già membro dei GAP di Roma, che era stato ferito nella battaglia del Tancia) e Diego Eusebi ( tradito da una spia). E' anche catturato il giovane studente milanese Giannantonio Pellegrini Ghislaghi, che qualche settimana prima era andato via da casa per combattere i tedeschi insieme ai partigiani. Sono portati via e di loro non si sa più nulla. Due giorni dopo, il 9 aprile, Domenica di Pasqua, vengono fucilati dai nazisti a Rieti in località Quattro Strade, 15 patrioti,tra i quali i 3 catturati a Poggio Mirteto due giorni prima. Giuseppe Felici viene decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare, alla Memoria, e Diego Eusebi è decorato con la Medaglia d'Argento al Valore Militare, alla Memoria. Un altro tributo di sangue Poggio Mirteto paga nelle ultime ore dell'occupazione nazista. Infatti, il 10 giugno 1944 un reparto tedesco in ritirata colpisce con numerosi colpi di mortaio la piazza dell'abitato, dove si erano riunite molte persone, attirate sul posto da un comunicato tedesco che annuncia la distribuzione di generi alimentari. Muoiono immediatamente di 9 persone, tra le quali 3 donne, ed altre 6 persone nei giorni seguenti, per le gravi ferite riportate. Ci sono inoltre numerosi feriti. Dopo la liberazione altre 9 persone, in parte ragazzi, muoiono per lo scoppio di ordigni esplosivi tedeschi rimasti inesplosi nel territorio. Il 5 settembre 1944, tre mesi dopo la liberazione della zona dai nazifascisti, a Poggio Mirteto si celebrano i solenni funerali dei valorosi partigiani caduti all'Arcucciola e di due patrioti di Poggio Mirteto: Mario Dottori, caduto in combattimento il 23 ottobre 1943 mentre cercava di far saltare il ponte ferroviario in località Galantina ( è il primo caduto della Resistenza Sabina) e Giacomo Donati. I corpi dei patrioti romani vengono portati a Roma e sepolti al cimitero monumentale del Verano

 

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