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DOMENICA 13 DICEMBRE 2020

ALL CITY VANDALS ARE UNITED!
#FreeGeco

Dalle 12:00 - Riffa a sostegno delle spese legali
Area bimbi - Colora i tuoi sketch
Pranzo popolare

Dalle 14:00 - Graffiti Live
Serigrafia Live - Stampiamo dal vivo la grafica FreeGeco! Porta la tua maglietta

Dalle 16:30 -  Proiezione dei video:
#freegeco _All City Vandals are United _DLR
Berlin Kidz_ Fuck the System

LA CURA DEGLI ALTRI PASSA ANCHE DA TE. INDOSSA LA MASCHERINA.
MANTIENI LA DISTANZA MA NON PERDERE IL CONTATTO UMANO.
TUTELA IL TUO CENTRO SOCIALE OCCUPATO ED AUTOGESTITO.

_Dans la rue organizza una giornata a sostegno delle spese legali di Geco e a sostegno della campagna #FreeGeco #Change639 - Modifichiamo legge 639- contro la criminalizzazione dei graffiti_

Domenica 13 dicembre
Dalle h 12
Csoa Forte Prenestino- Via Federico Delpino

Molti/e di voi in questi giorni avranno sentito parlare dell’operazione di polizia ai danni del writer GECO, avvenuto grazie alle indagini di una task-force apposita istituita a Roma per contrastare il fenomeno del vandalismo urbano.
La notizia è stata rilanciata con tronfio orgoglio dalle istituzioni rivendicando un non ben specificato ripristino della legalita', con tanto di rilancio social anche da parte del sindaco della citta' di Roma Virginia Raggi.
E' proprio questo il punto del dibattito: dove finisce e dove inizia, ma soprattutto cosa vuol dire legalita',a maggior ragione in una citta' che ha fondato sul malaffare e lo sperpero del denaro pubblico le sue fondamenta.
Scrivere su un muro è illegale?
Se la risposta è si, perche' ospitare e promuovere proprio negli stessi giorni la mostra di Obey, noto writer e street artist che ha fatto dello sticker e del poster attaccato in strada, nonche' di gigantografie fatte a rullo e vernice di Andre' The Giant, il suo marchio di fabbrica, nella galleria nazionale d'arte moderna?
Dobbiamo veramente ricordare da dove vengono i vari Richard Hambleton, Keith Haring, Basquiat ecc?
Sono anni ormai che la street art e i graffiti vengono esposti nei musei, sussunti e messi a valore dalle istituzioni e dai privati nelle gallerie d’arte, che vendono opere a suon di quattrini e li adoperano per riqualificare periferie disagiate, dimenticandosi completamente da dove viene tutto questo.
I graffiti sono nati per strada,sulle fiancate degli autobus e dei treni della metropolitana, nomi scritti ossessivamente da ragazzi/e che con le mani sporche di vernice rivendicavano un loro posto nella societa', fuori dagli schemi e dalle regole.
Cosa differenzia una scritta su un treno da una pubblicita' che vi viene attaccata sopra?
Deturpa piu' una scritta su un muro o un manifesto pubblicitario gigante affisso ormai su molti palazzi della città ?
Si pensa davvero che siano i graffiti su una metropolitana il problema dei disservizi o dell'incuria della gestione degli stessi?
Ci siamo gia' dimenticati dei milioni di euro di biglietti falsi stampati dalla stessa societa' che gestisce il trasporto pubblico o degli appalti ultra gonfiati che lasciavano fermi treni in deposito a discapito degli utenti per cattiva manutenzione, non certo per delle scritte sulle fiancate, o della stessa societa' che permise a un gruppo di artisti di dipingere a spray un intero convoglio della metro b?
Sono anni che si utilizza denaro pubblico per “riqualificare” le periferie come se bastasse decorarne le facciate dei palazzi, quando in certi quartieri a malapena ci arriva un autobus e non c'è un'aula studio o uno spazio ricreativo neanche a pagarlo oro.
Ci sembra evidente la contraddizione che c’è dietro un processo globale che da una parte sussume, mette a valore e normalizza la pratica dei graffiti e dall’altra la criminalizza dove non la può controllare: tutto quello che da’ profitto è legale e quello che è fatto in maniera libera, indipendente e autonoma è criminale.
Ma per noi quello che è legale non è necessariamente legittimo, tanto più se in nome della legalità si intende promuovere la vuota ideologia del decoro urbano, che propone di risolvere i problemi delle città armando un esercito di volonterosi cittadini perbene di scope e spugnette.
A noi non interessa quello che pensa o meno l'opinione pubblica o cosa fanno o meno determinati artisti.
Se è vero che i graffiti sono una forma d'espressione libera ognuno è libero di utilizzare questo linguaggio come meglio crede, ma per noi i graffiti nascono in strada e muoiono in strada, sono una delle poche e potentissime armi che abbiamo in mano per rivendicarci il nostro spazio nella città, per non omologarci al politicamente corretto e per gridare agli altri quello che abbiamo da dire in una societa' che ci vorrebbe tutti muti e spettatori.
Iniziamoci a domandare veramente quale sia la differenza tra GECO o BANSKY: perche' uno vende opere fatte illegalmente in strada a milioni di euro e l'altro subisce una operazione di polizia e viene trattato come un criminale?
È veramente giusto tutto ciò che è legale e criminale ciò che non lo è?
Noi la risposta ce la siamo data gia' da tempo ed è una frase letta proprio sulla fiancata di un treno:

Quello che la societa' non capisce, condanna.

A cui aggiungiamo noi che:

Quello che il potere non controlla, punisce

In solidarietà con Geco,
All city vandals are united,
Dans la rue.

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illegale è la legge, il suo costo reale

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