dei cittadini. Varchi aperti per la speculazione, la gentrificazione e gli affaristi. Varchi chiusi per le reti di solidarietà, per il mutualismo, per la cooperazione, per chi ogni giorni si affanna a costruire una città più vivibile, attiva e decentrata. Una città a misura d’uomo e solidale: la Roma che vogliamo, una Roma diversa.
Abbiamo lanciato la nostra campagna comunicativa appropriandoci del logo cittadino e ribaltandone però la firma: non più il Comune di Roma, ma Roma Comune. Questo perché al di là delle istituzioni corrotte di questa città e di chi soffia sul fuoco del razzismo e dell’intolleranza c’è la sua parte migliore, che pensa che Roma sia di tutti, di chi l’attraversa, di chi si mobilita contro le ingiustizie e i soprusi.
Per sostenere l’idea che la città sia di chi la vive e non di chi la sfrutta siamo partiti dagli spazi sociali. Sono quei luoghi di socialità che in questi anni hanno provato a dare una risposta concreta alla crisi economica: offrendo servizi gratuiti come l’assistenza legale ai precari o le scuole di italiano per migranti; diventando luoghi di produzione culturale indipendente; stando al fianco di chi nei quartieri si batte contro le speculazioni edilizie per avere un parco, una biblioteca, un luogo per far giocare i bambini o semplicemente per rivendicare la gestione comune del proprio territorio.Siamo partiti da questo ma capendo che evidentemente da solo non basta, capendo che si aprono possibilità solo se ci mettiamo veramente in gioco in una dinamica di cooperazione effettiva. Per questo arriveremo a creare una nuova ZTL. Succederà domani. E non sarà un’altra Zona a traffico limitato ma una Zona Temporaneamente Liberata. Un luogo in cui, chi ha cuore Roma, potrà trovare il tempo, lo spazio, le esperienze, i saperi, le condivisioni e la volontà per tornare a occuparsene.