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17 gennaio2020

17 gennaio2020

VENERDì 17 GENNAIO 2020
Serata Freak Show al Fortino

 “Squidling Brothers circus sideshow” intenational freak show stunt performers
+ Blood 77 & The Blues Against Youth

dalle 22:00: una serata di arti circensi e musica live!

 

Lo “Squidling Brothers circus sideshow” è un collettivo internazionale di stunt performer e sketch comedy artist che vanta esibizioni in tutto il Nord America, Europa, Medio Oriente ed Asia.
Durante lo spettacolo il pubblico assiste dal vivo a veri e propri numeri di “circo freak show” come quello dell’ingoia spade (vere), sputa fuoco e pirotecnica varia, fachiri sdraiati sul letto di chiodi, che passeggiano su vetri rotti o salgono su una scala fatta di machete. Questi pericolose a volte granguignolesche esibizioni sono messe in atto all’interno di sketch umoristici che scioccano, divertono e soprattutto confondono il pubblico.
Non ci sono illusioni, lo show è tutto vero, vivo, nudo e crudo.

VIDEO: https://youtu.be/Ea49PuXTcqc

I Blood ’77 sono un gruppo punk-rock formatosi nel 2003 a Formia da una costola della hardcore-punk band Gioventù Bruciata, attiva dalla metà degli anni novanta. Hanno un sound che si colloca a cavallo tra il garage punk americano degli anni sessanta, il punk-rock newyorkese del ’77 e il power pop, shakerato con testi ignoranti e nichilisti. Hanno all’attivo numerosi concerti, partecipazioni a varie compilation, interviste e articoli su riviste musicali italiane (Rumore, Rock Sound), tre album studio – “Romantic Hotel” (2006), “The Bone Machine/Blood ’77” (2008, split con The Bone Machine) e “Homeless” (2012) – e un EP 7”: “Jägerbomber” (2016). Nel 2011 hanno collaborato con la scrittrice noir Alda Teodorani, accompagnando live un suo spoken word, incluso anche nell’audiolibro “Alda Teodorani presents Quindici desideri”.

 

https://www.facebook.com/blood77jagerbomber/

https://it.wikipedia.org/wiki/Blood_'77

 

The Blues Against Youth è il progetto solista di Gianni TBAY, musicista di Roma, che dal 2009 si esibisce come one man band suonando simultaneamente chitarra, voce, grancassa, charleston e l’”invisibile rullante di ferro”.
“A prima vista saremmo tentati di incasellare TBAY sotto l’etichetta roots rock” scrive James G. Carlson di No Depression Magazine “ma ciò non gli renderebbe abbastanza giustizia”.
Infatti il sound di TBAY, sebbene profondamente radicato nella tradizione outlaw country e delta blues, si è sviluppato nell’arco di una decade verso varie direzioni. Tutte queste direzioni o quasi, sono state percorse in macchina, lungo un interminabile serie di tour che hanno portato Gianni TBAY a esibirsi in più di 1000 concerti in tutta Europa e parte degli States, guadagnandosi un nome nella scena e una reputazione di anarchico vagabondo, moderno troubador, perennemente in viaggio, animato da qualcosa di indefinito tra una vocazione spirituale e una possessione demoniaca.
Dal 2009 a oggi, TBAY da alla luce 5 LP e una manciata di 7”, tutti usciti per varie etichette indipendenti, riceve lodi dalla stampa internazionale, prende parte a prestigiosi festival come il Binic Folk Blues e il Bieleersee, divide il palco con musicisti del calibro di Water Melon Slim, Bob Log III, Reverend Beatman, CW Stoneking e molti altri.
“Il one man band TBAY in viaggio verso il rock deragliato” (L’Unità)
Trasferitosi da Roma a Torino dal 2014, Gianni TBAY prende confidenza con la città. Nonostante spenda gran parte dell’anno in tour, questo cambio di base influenzerà profondamente i suoi lavori successivi. Il vento soffia freddo dalle montagne e il sole appare come intrappolato da una coltre di grigio, la pioggia battente ingrossa il fiume che impassibile prosegue la sua corsa, scandendo giorni, mesi e stagioni. Il terzo album “Apprentice” (Beast Records, 2016) si caratterizza per un song-writing più introspettivo e soluzioni musicali che giocano con tutti gli stilemi del genere senza andare a snaturarne il senso dando forma a “la più rara delle bestie: un disco che è apprezzato sia dai neofili che dai puristi” (Harmonic Distortion UK).
La passione per lo stile finger picking di John Fahey, l’American primitive guitar e l’Old Time Music sono la mazzata finale, il punto di non ritorno, la presa di coscienza che il futuro sia ineluttabilmente incrociato col passato e che la chiamata della strada sia troppo forte per far finta di non ascoltarla. Seguono interminabili tour in tutto il centro Europa. La formula solista/uomo orchestra viene ampiamente esplorata e con il quarto lavoro “Good Morning Bad Feeling” (Beast, 2017) si aggiungono al carrozzone Guglielmo Nodari (lapsteel) e Andrea Cruciani (armonica), che insieme a Gianni danno vita al famigerato trio Restless Livers Collective. Nello stesso periodo inizia anche la collaborazione con l’amico polistrumentista olandese Joost Dijkema, con il quale formerà il duo Lost Heydays, progetto nostalgico e di ricerca musicale, attraverso cui omaggiare vecchie storie dimenticate della tradizione country/folk.
Nell’estate del 2015 Gianni TBAY si unisce al Freak Show, un circo itinerante dal sapore Jodorwskiano. La manifestazione è organizzata da un gruppo di avventurieri punk svizzeri e porta in scena uno spettacolo multiforme di musica e side shows. Il numero dei mangia-spade, messo in scena dagli statunitensi Squidling Brothers lo colpisce particolarmente per la crudezza e l’autenticità espressa. Le spade sono vere quanto il terrore negli occhi negli spettatori. Abbandonata la carovana dei freak, TBAY si rimette sulla strada proseguendo il su e giù trans europeo. I luoghi parlano, i volti si confondono, le sincronicità aumentano e la follia insidia il senno. Al termine dei viaggi TBAY farà sempre ritorno al suo quartier generale aldilà delle Alpi, pur restandoci solo per brevi periodi.
La città di Torino con le sue caratteristiche geografiche, i suoi contrasti e le sue mille facce lo attrae e lo respinge, lo ispira e lo confonde, ma alla fine lo accoglie e lo fa entrare in contatto con la florida scena musicale locale, portandolo alla collaborazione con l’amico Stefano Isaia (Movie Star Junkies/ Lame/ Gianni Giublena Rosacroce).
Nel Settembre 2017, viene registrato il nuovo album The Blues Against Youth “Evil Flatmates”. Stavolta la formazione vede Stefano Isaia alle prese con batteria, percussioni e cori, mentre Gianni TBAY con il suo classico set, ma più incentrato sulla chitarra. La session viene impressa su nastro da Manuel Volpe (Rabdomanthic Orchestra) al Rubedo Recordings di Torino e il risultato sono dieci nuovi brani originali targati TBAY. Altri amici musicisti partecipano alle registrazioni: lo stesso Manuel Volpe (basso), Victor Sbrovazzo dei Dirty Deep (armonica), Craig Bjerring aka Oldseed (cori) e poi altri due membri dei Lame: Maria Malloy Moya (cori) e Massimo Scocca, che si cimenta in uno dei suoi rumorosissimi assoli di chitarra. Per questo nuovo disco c’è anche un cambio di etichetta: Annibale Records di Prato, gestita da Luca Landi e Mattia Biagiotti dei Go!Zilla, si occuperà della stampa del disco, la cui uscita è fissata per il 25 Marzo.
“Evil Flatmates” traccia un solco inedito nella produzione di TBAY e si dirige verso nuovi territori. Sebbene la matrice country/blues resti presente, Gianni TBAY si concede occasionali incursioni fuori dalla sua comfort zone con risultati imprevedibili e spiazzanti. Jelly Boy, il malvagio clown ingoia- spade del circo è in copertina che si ingozza di lame. Il suono è grasso e oscuro, le atmosfere sono in costante cambiamento, ombra e luce si rincorrono, il passato e il futuro ancora una volta si fondono l’un l’altro e il mix generale evoca i fantasmi di autostrade, stazioni di servizio e rotaie ferroviarie. Salmon Roastbeef Jr. Greenwich, 1971

 

 

 

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