Recenti cambiamenti gestionali da parte della Direzione della ASL Roma2 stanno modificando radicalmente il mandato istituzionale dei consultori impoverendoli a discapito di molte attività fondamentali per la salute delle donne.
Noi, come assemblea delle donne dei Consultori di Resede, Denina e Condottieriil vogliamo il rilancio dei consultori familiari.
Pensiamo sia fondamentale che i consultori tornino ad essere luoghi di incontro e di dibattito delle donne, luoghi di formazione e autoformazione, oltre che centri erogatori di servizi, contro la privatizzazione del diritto alla salute;
lo sblocco del turnover, con sostituzione del personale andato in pensione e di prossimo pensionamento, garantendo la presenza di almeno uno psicologo e un assistente sociale a tempo pieno per consultorio;
la presenza e la rivalorizzazione nell’equipe di tutte le figure professionali previste per legge, da attuare mediante contratti che garantiscano la continuità lavorativa e la stabilità delle equipe stesse, superando assunzioni temporanee di specialisti legate alla realizzazione di singoli progetti. Si dovrebbe inoltre garantire la copresenza degli operatori, indispensabile per la messa in pratica della metodologia consultoriale basata sul concetto di lavoro in equipe e sull’approccio interdisciplinare delle problematiche affrontate;
l’attenzione al momento dell’accoglienza con personale dedicato e con l’estensione dell’orario in cui è possibile prenotare una visita o effettuare un colloquio all’intero orario di apertura del servizio;
l’estensione degli orari di apertura del consultorio fino alle 19 in alcuni giorni della settimana ed eventuale apertura nella giornata di sabato, per favorire le donne lavoratrici e l’utenza in generale;
la presenza all’interno dei consultori delle mediatrici linguistiche e culturali, per favorire l’accesso alle donne straniere;
il recupero dei progetti relativi alla sessualità e all’affettività rivolti agli adolescenti in collaborazione con le scuole, come prevenzione delle interruzioni di gravidanza, delle malattie sessualmente trasmissibili e come contrasto alla violenza di genere;
il rilancio degli spazi giovani, come contrasto al disagio giovanile;
la previsione della distribuzione gratuita della contraccezione, come già attuato in altre Regioni.
Riteniamo inoltre che:
i consultori oggi debbano essere anche luoghi di sperimentazione, aperti ad accogliere bisogni e domande di diverso tipo. Ci riferiamo in particolare all’accoglienza di soggettività non eterosessuali, ovvero alle soggettività LGBTQI, e ai nuovi nuclei familiari, prevedendo allo scopo idonei percorsi formativi per gli operatori ed eventuali nuove professionalità;
la pillola RU486 possa essere sperimentata nei consultori familiari
L’odierno orientamento aziendale privilegia solo due linee di attività, quella vaccinale e quella ostetrica, facilitando l’accesso dell’utenza in queste aree attraverso call center e indirizzi mail dedicati, nonché garantendo la presenza di ostetriche e pediatri e impegnandosi a colmare eventuali carenze con la mobilità del personale e bandendo concorsi specifici.
Purtroppo questo tipo di approccio gestionale e di visione del consultorio va a discapito di tutti gli altri percorsi socio assistenziali che caratterizzano il lavoro consultoriale, percorsi previsti anche dal DCA Zingaretti del 2014:
Giovani
Interventi di contrasto alla violenza di genere
Salute sessuale-riproduttiva-contraccezione
Assistenza per la donna che richiede Interruzione Volontaria di Gravidanza
Adozioni
Queste linee di attività vengono penalizzate poiché concretamente le donne, i giovani e le persone nella maggior parte dei casi non riescono ad accedere al consultorio; chi vince la scommessa lo fa con estrema difficoltà o per casualità.
Per tutte queste ragioni il 1° febbraio saremo sotto la regione con un presidio per chiedere a Zingaretti che fine hanno le promesse sul paventato investimento del consultorio che, ad oggi, non è affatto fattivo.
#giùlemanidaiConsultori
#agitazionepermanente
#versoloscioperodelledonne