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Assemblea pubblica: strategie femministe di resistenza Mercoledì 20 febbraio 2019 dalle ore 18:00.

 La Casa delle Donne di Lucha y Siesta è una realtà caleidoscopica, tra centro antiviolenza, casa rifugio, casa di semi autonomia e luogo di elaborazione politica femminista.

È un insieme complesso di pratiche di sostegno, al cui centro c’è la creazione di opportunità e autonomia per le donne e la cura delle relazioni. Nonostante ciò, è a rischio vendita.
L'Atac ci è alla gola e le amministrazioni locali sono disposte ad asfaltare esperienze uniche nel disinteresse più totale. Ma se da loro ci possiamo aspettare che non capiscano, è interesse della città intera affermare che il valore della Casa delle Donne Lucha y Siesta non è quantificabile ed è per questo che deve essere difesa.

A partire da quello che sta succedendo a Lucha y Siesta, vorremmo ragionare insieme su come reagire e salvaguardare gli spazi di elaborazione, di incontro e di trasmissione delle pratiche femministe. Abbiamo chiaro che l'attacco ai nostri luoghi è fisico e simbolico. Sappiamo benissimo che chi ci governa non tollera chi si oppone alle forze autoritarie e reazionarie; ai senatori leghisti che vorrebbero mettere mano sulla legge 194 e sul diritto al divorzio; ai tentativi di neutralizzare e strumentalizzare il discorso sulla violenza patriarcale, alle ingerenze cattoliche e morali sui nostri corpi e le nostre scelte. Abbiamo ragionato ampiamente anche sui tentativi di indebolire i percorsi di autonomia delle donne, la chiusura dei CAV, le concessioni a mezza bocca o non rinnovate in tempi idonei per una progettualità di lungo periodo; il tentativo di trasformarci in meri servizi, i bandi che precarizzano le operatrici e i percorsi di fuoriuscita delle donne.
Tutto questo ce lo siamo già raccontato, adesso basta.
Il tempo dell'analisi è finito, ora dobbiamo dare una forte risposta collettiva contro questa guerra che non si esaurisce con gli sgomberi fisici, i debiti o le multe amministrative, ma che comprende anche l'attuale sclerosi razzista, sessista, securitaria e transomofobica.
Insieme alla nostra comunità allargata, vogliamo capire come rafforzare una resistenza che già da anni viviamo, concretamente e concettualmente.

Se la risposta alla violenza patriarcale è l'autonomia delle e la solidarietà tra le donne, non possiamo proprio rinunciare a quei luoghi che contribuiscono ad alimentarle. Soprattutto in un momento storico di testosterone al potere, la necessità di presidi anti-patriarcali, reali e simbolici, è feroce. Per questo intendiamo la nostra assemblea pubblica e le prossime occasioni di incontro #luchaysiestanonsivende parte integrante del percorso verso l'8 marzo. Lo sciopero non è solo uno strumento di cui tutto il movimento femminista mondiale si è dotato per bloccare la produzione e la riproduzione, ma è anche un modo per fare spazio alle scelte e all'autodeterminazione delle donne e per aprire nuovi spazi di libertà, confronto e conflitto. Vogliamo trovare pratiche di resistenza comuni che attraversino e vadano oltre il prossimo sciopero globale delle donne, non per difenderci da questo riflusso patriarcale ma per aggredirlo come sempre, rivoluzionando l'esistente. E farlo insieme sarà come sempre una gioia.

Fate spazio alle femministe!

 

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