28 SETTEMBRE 2024. MINISTERO DELLA SALUTE. H.17 PIAZZA CASTELLANI. GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ABORTO LIBERO, SICURO E GRATUITO
Il 28 settembre è l’International Safe Abortion Day, la giornata internazionale dell'aborto sicuro.
In questa giornata scenderemo in piazza in tantissime città italiane per riaffermare il diritto di decidere sui nostri corpi e sulla nostra sessualità, conquistato grazie alle battaglie transfemministe.
La legge 194 è un testo controverso che non garantisce il diritto di scelta e di interruzione di gravidanza. Un diritto che è impedito dal numero di obiettori di coscienza nel personale sanitario. Sono 11 le regioni in cui c'è almeno un ospedale con il 100% di obiettori: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Un diritto che è impedito anche alle persone trans, non binarie e intersex, e alle persone migranti, per le limitazioni in cui incorrono se possiedono il visto turistico. Un diritto che in questo modo diventa sempre più un privilegio di classe.
Dal suo insediamento, il governo Meloni ha sostenuto apertamente di non voler toccare questa legge, ha sfruttato le sue debolezze assegnando fondi economici e dando legittimità politica ai movimenti anti-scelta e antiabortisti, aumentando gli ostacoli per accedere all'IVG. Proprio di questi giorni è la notizia dell'apertura della "stanza per l'ascolto" presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino. Per questo da tempo chiediamo "molto più di 194!".
Contemporaneamente, nel dibattito pubblico ha preso sempre più spazio la retorica a favore della difesa della vita dell'embrione, contro ogni principio di autodeterminazione: dalla proposta di disegno di legge di Maurizio Gasparri con l'intento di "riconoscere capacità giuridica al concepito" al tour italiano di Pro Vita e Famiglia, aspramente criticato da collettivi e realtà dei territori dove finora è approdato.
Parte 2:
Il governo Meloni sostiene campagne per la natalità ma nei fatti, oltre a non supportare materialmente i genitori, promuove discorsi razzisti e omofobi per cui si difende solo un certo tipo di famiglia: tradizionale, eterosessuale e bianca. Noi invece vogliamo una difesa della genitorialità tutta, libera, consapevole, desiderata, supportata e mai imposta.
Tutto ciò si inserisce in un quadro desolante di tagli alla sanità pubblica in favore di quella privata, in un'ottica di aziendalizzazione del servizio sanitario, che mette al centro i profitti e non la cura e il benessere delle persone. In tale contesto si iscrive l'approvazione della legge per l'autonomia differenziata, che andrà ad aumentare il divario già enorme tra il nord e il sud del paese, e lo smantellamento dei consultori pubblici, fondamentali presidi territoriali per la tutela della salute pubblica.
L’aborto è una pratica medica essenziale: deve essere gratuita, sicura e accessibile a tuttə!
Abbiamo sempre abortito e sempre abortiremo: pretendiamo però di farlo in condizioni di sicurezza, senza subire giudizi e discriminazioni, anche di natura paternalista, razzista, abilista, transfobica, grassofobica e ageista.
Vogliamo che sia una scelta autodeterminata: chiediamo che l'aborto farmacologico sia disponibile in tutti i consultori familiari come sancito dalla legge, che la RU 486 si possa assumere fino alla 12esima settimana come dalle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che chi vuole e ne abbia la possibilità possa abortire a casa, con la telemedicina o in autogestione. Non è impossibile, già accade nel Lazio e in altre parti del mondo. Ma, senza consultori per tuttə, tutto questo resta lettera morta.
Parte 3:
Non abbiamo bisogno di associazioni antiabortiste che cerchino di dissuaderci esercitando violenza psicologica. Abbiamo bisogno di finanziamenti pubblici ai percorsi di maternità, contraccezione, aborto e prevenzione già forniti dai consultori, che vengono però gestiti con difficoltà e fatica dal personale sanitario ormai stremato a causa di tagli e definanziamenti continui.
In un momento storico in cui le destre stanno prendendo il sopravvento negli Stati Uniti e in tutta Europa (come ad esempio in Polonia, Ungheria e a Malta), i diritti riproduttivi sono sotto attacco. In un momento storico in cui le guerre, come quelle in Ucraina e in Sudan, e il genocidio palestinese in corso mettono in pericolo il diritto all'accesso alle cure sanitarie, ai prodotti per l'igiene intima e per le mestruazioni, alla libera scelta di portare avanti una gravidanza o interromperla, NOI SCENDIAMO IN PIAZZA!
Insieme ribadiamo che sui nostri corpi decidiamo noi, che abbiamo sempre abortito e sempre abortiremo!