Venerdì 12 febbraio 2016 - ore 18:00
presso l’ex Casale Falchetti
in Viale della Primavera 319/b
Il Dup S-Tronca Roma, stronchiamo il DUP insieme
Appello per una riunione e mobilitazione cittadina
NOI SIAMO A CREDITO!
Il Dup S-Tronca Roma, stronchiamo il DUP insieme
Appello per una riunione e mobilitazione cittadina
Da mesi un nuovo equilibrio si è stabilito a Roma. Un equilibrio che supera le istituzioni democratiche, e applica attraverso la gestione prefettizia le ricette decise dal governo Renzi e dall’Europa. Il Dup (Documento unico di Programmazione) firmato da Tronca è un concentrato di queste misure: imposizione di tagli lineari, privatizzazione dei servizi, alienazione del patrimonio pubblico sacrificando sull’altare del debito di Roma Capitale i beni, gli spazi e i servizi pubblici della città. Un documento che lascia pochi margini di manovra a chi si candida a governare Roma e poche speranze ai romani sempre più privati di servizi essenziali.
Il Dup rappresenta bene la gabbia di una città incastrata fra una politica istituzionale clientelare e corrotta incarnata dalle giunte degli ultimi anni, e la trappola dell’obbedienza cieca al patto di stabilità. Una gabbia che non lascia spazio alla democrazia, ma che al contrario traduce la fase di eccezionalità, iniziata con Gabrielli a seguito dello scandalo di Mafia Capitale, in fase di normalizzazione dell’era Tronca. Il risultato è una città governata da un gruppo di prefetti i quali, protetti dalla loro veste di “tecnici”, hanno il compito di applicare il principio di austerità senza se e senza ma, sancendo la priorità dei vincoli di bilancio rispetto alla garanzia dei diritti fondamentali.
Ma siamo certi che la città sia d’accordo con questa linea? E’ davvero inevitabile sacrificare servizi e diritti conquistati in anni di lotte, per gettare qualche moneta nel pozzo nero del debito di Roma? E questo debito, siamo sicuri sia davvero un dogma intoccabile? Tante realtà diverse si stanno ponendo le stesse domande, alcune di queste si incrociano e si confrontano, altre non si conoscono ma scoprono di parlare la stessa lingua.
Le concrete minacce di sgombero di centinaia di spazi romani, che colpiscono non solo centri sociali ma associazioni, coworking, comitati, e tante altre micro-realtà, stanno suscitando una risposta che passa per partecipatissime assemblee, come quella ad Esc a fine gennaio, e come le ultime riunioni cittadine a casale Falchetti. Da questi momenti di confronto è sempre più forte l’esigenza di mettersi su un piano della discussione globale, che sia in grado di leggere la complessità della sempre più drammatica situazione che la città di Roma soffre.
Come spazi e laboratori sociali di Roma sappiamo bene che gli attacchi ricevuti sono in totale continuità con i processi attivi sulla metropoli e, per questo, crediamo sia necessario imporre una svolta al pericoloso tentativo di “riscrittura” della nostra città. Una svolta che vede negli sgomberi e nei tagli dei servizi due facce della stessa medaglia. Una svolta che riguarda tutte e tutti: da chi fa politica attiva nei territori, a chi semplicemente si muove con i mezzi pubblici o manda i propri figli ai nidi comunali.
In assenza totale di spazi di democrazia, il rischio di essere schiacciati da un “tallone di ferro” che impone la finanziarizzazione della metropoli è una questione che deve essere affrontata collettivamente.
C’è bisogno di una risposta cittadina, ampia e partecipata, che possa aprire nuovi spazi decisionali e nuovi conflitti, contro la cappa prefettizia e giubilare. Tronca deve essere bloccato e l’emendamento del DUP e del bilancio di previsione di fine Marzo ribaltato. E’ a nostro avviso necessaria una risposta visibile, che sfili nelle strade della capitale con tutte e tutti coloro che vogliono una Roma diversa, mentre Tronca e i suoi tecnici scorrono i tasti sulla calcolatrice della vendita delle nostre vite.
Per iniziare a confrontarsi su un percorso di mobilitazioni comuni, che arrivi a fine marzo ma che getti anche le basi per superare le scadenze istituzionali; per continuare a mettere in rete la ricchezza di proposte e modelli alternativi che animano la città; per un confronto che non sia tra “addetti ai lavori”, ma nel quale ogni cittadino e cittadina si senta coinvolto, perchè è il Dup stesso a coinvolgere ognuno di noi.
Invitiamo dunque tutte le realtà e gli spazi sociali, il sindicalismo di base e conflittuale, i movimenti per il diritto all’abitare, le realtá dei lavoratori autoconvocati ed autorganizzati, i comitati di quartiere, le cooperative sociali e tutte le realtà autorganizzate ad un momento di confronto per venerdì 12 Febbraio alle ore 18 a Casale Falchetti – vl. Della Primavera 319/b
Perchè non vogliamo farci s-Troncare, ma vogliamo vivere in una città in cui fioriscano i diritti!
NOI SIAMO A CREDITO!!
INCONTRO CITTADINO VENERDì 22 GENNAIO ALLE 18.00
Tante le diverse esperienze di questa città minacciate, in questi mesi, da
comunicazioni e procedure amministrative, sgomberi, mancati rinnovi di
concessioni a canone sociale, sigilli, lettere di sfratto a procedura immediata
e così via: spazi autogestiti, realtà sociali, educative, sportive, culturali,
palestre popolari, scuole di italiano e scuole popolari di musica, centri
culturali e di aggregazione giovanile, educazione ambientale; molte
altre lo saranno nei mesi a venire.
Tante esperienze nate dall’ iniziativa autonoma dei cittadini, che si sono
autorganizzati, restituendo alla città e ad un uso pubblico e
sociale decine di spazi abbandonati e fatiscenti, trasformati in luoghi
accoglienti, diffusi esperimenti comunitari e sociali, educativi, artistici,
culturali, punti di riferimento per gli abitanti e le comunità locali. Anni di
impegno e di lavoro volontario, con una azione di autorecupero del patrimonio
pubblico, senza alcun finanziamento, alcun aiuto dello
Stato o del Comune, se non in alcuni casi, un affitto a canone sociale,
come stabilito dalla Delibere comunale 26, spazzata via dalla nuove Delibere 219 /2014 e
140/2015.
L’obiettivo di Roma Capitale è “attraverso valorizzazioni e dismissioni di
immobili non utili ai fini istituzionali incrementare le
entrate tramite alienazioni del patrimonio immobiliare comunale,
al fine di sostenere le politiche d'investimento dell'ente, nel
contesto dei crescenti vincoli alla spesa pubblica imposti dal Patto di
Stabilità”. L’operazione di cassa e di “velata trasparenza”, imposta dall’indagine di Mafia Capitale
e sventolata con il Titolo accattivante di“ Patrimonio pubblico Bene Comune” prevede dopo
un censimento degli immobili, in primis la riacquisizione del patrimonio
pubblico e l’eventuale assegnazione attraverso Bandi Pubblici, su
specifici progetti e a specifiche condizioni e tipologia di organismi.
Un’operazione che avrebbe dovuto portare a termine la Giunta Marino e
di cui oggi si fa carico in modo arrogante il Commissario Tronca, affiancando
alla via repressiva la via burocratica - amministrativa, di cui si fanno
esecutori i preoccupati Dirigenti Comunali, del dopo Mafia Capitale. Sotto
l’occhio delle indagini della Procura della Repubblica e dalla Corte dei Conti
ancora in corso, si affannano, per non incorrere
in responsabilità amministrative e contabili, inviando lettere di sgombero
bonario e forzoso o avanzando richieste spropositate di denaro a realtà sociali
che non lucrano sulle loro attività e che non saranno mai in grado di
soddisfare.
E parlano di Bene Comune….
Su queste due parole, che sintetizzano una parte importante
dell’esperienza umana, frutto di centinaia di anni, di gestione collettiva non
competitiva, autonoma di spazi e terre, per rispondere ai bisogni della
comunità, si sta operando una nuova operazione ideologica sia di parte
neoliberista, che riformista.
La nuova triade è Stato/Mercato/Beni comuni. Una dimostrazione ne è l’uso disinvolto dei
termine che ne fa la Banca Mondiale per legittimare la
privatizzazione dei Beni naturali e/o di altra provenienza ideologica, solo
apparente, per restare in casa nostra, i vari regolamenti
sul Bene Comune fatti propri da tanti Comuni del paese, per far gestire, in mancanza
di welfare pubblico, i servizi al Terzo settore o ai “cittadini
stessi”, che si autorappresentano comunità locale.
E’ chiaro a tutti noi che ”le esperienze di società basata sulla proprietà o
gestione collettiva sono sotto costante attacco, poiché lo sviluppo capitalista
necessita la decostruzione delle relazioni e delle esperienze collettive
solidali e il recupero di quel pezzo di “economia altra” che sfugge alle
logiche del mercato ufficiale”
Gli attestati di solidarietà che arrivano da tanti abitanti dai nostri quartieri,
dimostrano che oggi le nostre esperienze, che rappresentano
nuove forme di socialità organizzate secondo il principio della cooperazione
sociale e della difesa delle forme comunitarie sono riconosciute dai
cittadini come luoghi di apprendimento sociale, di cura delle relazioni al di
fuori del consumismo, del mercato e dell’egoismo dell’ideologia neoliberista e
in tanti sono pronti a difenderli.
Dobbiamo e possiamo fermare l’operazione avviata da Roma Capitale e dalla
gestione commissariale di Tronca che in nome dei Beni Comuni impone i
principi guida della “sana competizione neoliberista” e lo smantellamento
graduale di anni di esperienze comunitarie e sociali in
nome delle leggi di mercato e della loro crisi.
Dobbiamo e possiamo connettere le diverse realtà, superando le differenze,
per sostenere l’insieme delle esperienze di produzione
sociale comunitaria, di gestione di Beni, di esperienze collettive
nate dagli abitanti o di cittadinanza attiva, che rappresentano forme embrionali e piccoli
semi di un altro modo di vivere, di un altro modello sociale, oltre il
Mercato, lo Stato della crisi, del debito fatto pagare ai cittadini e dei dettami dell’Europa.
Parliamone insieme per individuare le comuni strategie e preparare una risposta cittadina che sia ampia e partecipata.
CI VEDIAMO VENERDì 22 GENNAIO ALLE 18.00
presso l’ex Casale Falchetti in
Viale della Primavera 319/b.
Laboratorio Sociale Autogestito 100celle
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