"I DIRITTI FONDAMENTALI DI UNA VETRINA"
GENOVA NON FINISCE. NON PER IERI, MA PER OGGI E DOMANI.
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GUARDA IL VIDEO "ANALISI DI UN REATO POLITICO" sul reato di devastazione e saccheggio comminato in questo processo
alcuni commenti alla sentenza:
ELENA GIULIANI, SORELLA DI CARLO GIULIANI:
nonostante tutto, fratello, ci speravo questa sera di poterti sentire
sorridere...
e invece... non gli è bastato giudicare il tuo assassinio come
legittimo. Dopo undici anni, si sono voluti prendere altre vite.
E non quelle di chi ha ucciso, torturato, massacrato, o quelle di chi
ha ordinato i massacri o di chi ha assicurato protezione.
Si sono presi ancora una volta le vite dei nostri compagni, dei nostri
fratelli e sorelle.
Hanno chiamato "devastazione e saccheggio" un po' di vetri rotti,
alcuni dei quali causati - forse - dai 10 imputati.
Hanno chiamato "falso" il coma, le ossa e i denti rotti, il sangue, le
torture e le minacce causate dalle forze dell'ordine che non hanno
voluto identificare.
Hanno chiamato legittimi il buco che un proiettile ha creato nella tua
testa, la devastazione che un defender ha fatto sul tuo corpo, la ferita
che una pietra ha causato sulla tua fronte, mentre eri steso tra decine
di scarponi, quando il tuo cuore ancora gridava.
Hanno dichiarato legittimo il saccheggio della tua vita. e oggi
legittimano il saccheggio di altre vite.
Elena Giuliani
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DANIELE VICARI, REGISTA:
Questa di seguito è la dichiarazione che ha fatto Daniele Vicari
all'ansa.
Il G8 del 2001, con la sua folle gestione dell'ordine pubblico, continua
a creare ingiustizia, perché all'origine del disastro che oggi
misuriamo in anni di carcere e sospensioni dai pubblici uffici, c'è
una mancata assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e
della politica all'indomani dei fatti. Ho firmato l'appello 10 x 100 non
perché io abbia elementi per affermare che tizio o caio abbiano o non
abbiano compiuto dei reati, ma perché comminare pene dagli 8 ai 14 anni
per fatti di strada e violenza contro le cose, a fronte di
prescrizioni in merito a fatti di sangue compiuti dalle forze
dell'ordine italiane nella scuola Diaz e a Bolzaneto, ha il sapore di un
evidente disequilibrio della giustizia. Così come ho detto e ribadisco
che ci sia poco da festeggiare per la conclusione del processo Diaz,
trovo che ci sia ben poco di cui qualunque cittadino italiano possa
beneficiare a fronte delle pesantissime condanne dei dieci imputati di
"devastazione e saccheggio", un reato che prevede una pena quasi pari
all'omicidio. La ricaduta di queste condanne sul diritto di manifestare
in Italia la misureremo già nelle prossime settimane, visto la
situazione in cui versa l’Italia e la rabbia sociale che monta sempre
di più. Dall'esperienza di lavoro sul film Diaz fino alla conclusione
dei processi, ne ricavo la convinzione che il nostro paese vada
rifondato alla radice, altrimenti non reggerà alcuna sfida con la
complessità del presente e non sarà capace di disegnare un futuro
adeguato alle aspettative di tutti noi.